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Posidonia: anche tu l’hai sempre chiamata alga?

Con l’obiettivo di accrescere tra i giovani l’amore e il rispetto per la risorsa mare, nel 2017 l’Italia riconosce il giorno 11 aprile quale “Giornata Nazionale del mare”.

Le istituzioni scolastiche sono invitate a promuovere iniziative sul tema con attività e momenti di confronto organizzati in collaborazione con la Guardia Costiera Italiana, al fine di rendere gli studenti cittadini “attivi” del mare.

E gli adulti come possono dare il loro contributo? Come si può sviluppare insieme il concetto di cittadinanza del mare?

Un primo grande traguardo sarebbe certamente quello di saper riconoscere e quindi preservare la foresta del mare: il posidonieto.

Ebbene sì, quelle foglie lunghe e marroni, più o meno scure, che puzzano quando sono spiaggiate e che ci fanno impressione quando nuotiamo non appartengono ad un’alga ma a tutti gli effetti ad una pianta.

Infatti a differenza delle alghe, la Posidonia oceanica è una pianta marina endemica del Mediterraneo che sviluppa radici, fusto e foglie, oltre che possedere fiori e frutti chiamati volgarmente per la loro forma “olive di mare”.

Presente lungo i litorali di quasi tutte le regioni d’Italia, cresce nei fondali marini sabbiosi da 2 a 50 m di profondità e forma delle vere e proprie praterie sottomarine.

Ma perché i posidonieti hanno una notevole importanza ecologica?

Prima di tutto rappresentano una valida strategia per il contrasto dei cambiamenti climatici. Una delle caratteristiche fondamentali di questa pianta è la formazione, nella sua parte inferiore, di una struttura chiamata “matte”, (un intreccio di rizomi, radici e sedimento intrappolato) all’interno della quale viene immagazzinato circa il 50% del carbonio sepolto nei sedimenti marini di tutto il mondo. Inoltre pensate che 1 m2 di prateria produce con la fotosintesi dai 10 a 15 litri di ossigeno al giorno.

Un’altra loro cruciale funzione è quella di fornire habitat e nutrimento per moltissime specie di pesci, crostacei e molluschi, oltre che per molte specie di piante.  La prateria è un vero e proprio asilo nido che offre riparo dai predatori ai giovani di molte specie che vi trascorrono le prime fasi della loro vita marina.  Circa il 20% del totale delle specie del Mediterraneo vivono nelle praterie di Posidonia.

Non ultimo sono fondamentali per proteggere le nostre coste. Le foglie che naturalmente cadono dalla pianta possono arrivare sulle spiagge in seguito a mareggiate e formare i noti accumuli,  spesso imponenti , chiamati “banquettes”. Questi ammassi, per quanto fastidiosi per i bagnanti e per l’industria turistica, proteggono in realtà le spiagge dall’erosione poiché attenuano la forza del moto ondoso e ne ostacolano i meccanismi.

La “banquettes” spesso non viene considerata una componente naturale preziosa ma bensì un rifiuto da rimuovere. Tale pratica però comporta anche la rimozione di grandi quantità di sabbia che rimane giustamente intrappolata negli accumili di posidonia.

Perché proteggere la Posidonia?

Nonostante sia protetta da leggi nazionali e internazionali purtroppo negli ultimi decenni si sta registrando una violenta regressione delle praterie di posidionia, dovuta soprattutto alla conduzione illegale della pesca a strascico e all’ancoraggio selvaggio delle imbarcazioni da diporto. 

1 m2 di prateria che scompare equivale ad una perdita (minor produzione di ossigeno, erosione e ripascimento dei litorali) in denaro che va da 39.000 a 89.000 euro l’anno.

Il posidonieto è quindi a tutti gli effetti un buon bioindicatore della qualità delle acque marine costiere.  Sviluppare la cultura del mare come risorsa scientifica, ricreativa ed economica è per l’Italia un obiettivo primario. 

Quello che dovremmo provare a fare nella Giornata Nazionale del Mare è rivalutare il concetto di spiaggia naturale e iniziare a vedere la Posidonia per quello che è, non un alga, ma una pianta fondamentale per la vita di tutto il Mar Mediterraneo. 

3 Curiosità:

In passato le foglie erano utilizzate come isolante nella costruzione dei tetti, come giaciglio per il bestiame o per imballare oggetti fragili.

Nel 2006 è stata scoperta nelle Baleari, grazie all’uso di marcatori genetici, una singola pianta di posidonia lunga circa 8 km, cui è stata attribuita un’età di 100.000 anni: forse uno degli organismi viventi più grandi e longevi del mondo.

Sulle spiagge si trovano anche, soprattutto in inverno, delle strutture ovali marroni simili a kiwi, dette egagropili, formate da fibre di posidonia aggregate dal moto ondoso.

Grazie ad Eleonora Amoroso, guida ambientale, per il contributo.